Il mondo automobilistico è sempre più attento al tema della mobilità sostenibile. Le emissioni generate da un’automobile, infatti, non sono solo quelle associate al suo tubo di scarico, ma la sfida ecologica passa sempre più per la decarbonizzazione del processo produttivo.
Le emissioni legate alla produzione di un veicolo potrebbero rappresentare circa il 60% di quelle totali del ciclo di vita di un’auto elettrica entro il 2030. E secondo le stime, l’acciaio costituirà una quota importante di questa percentuale, dal 16 al 27%. Da qui la soluzione per ridurre l’impatto: utilizzare l’acciaio verde nella realizzazione delle vetture. L’impiego di questo materiale, sviluppato con idrogeno verde e forni elettrici ad arco (Electric Arc Furnace – Eaf), e derivante da scarti e rottami, potrebbe quindi permettere di ridurre le emissioni di CO2 associate alla produzione di veicoli in Europa di circa 6,9 Mt nel 2030, ossia l’equivalente delle emissioni annuali di 3,5 milioni di auto alimentate con fonti fossili.
A renderlo noto è uno studio, realizzato dalla società di consulenza Ricardo e un’analisi dell’organizzazione ambientalista Transport & Environment (T&E), che ha sottolineato come basterebbe usare il 40% dell’acciaio verde al posto di quello convenzionale. Una scelta che farebbe aumentare il costo di un’auto elettrica di 57 euro e che, con il passaggio al 100% di acciaio verde nelle nuove vetture entro il 2040, inoltre, si ridurrebbero le emissioni di un valore equivalente a togliere dalla strada circa 8,1 milioni di auto con motore a combustione interna.
Secondo l’organizzazione, inoltre, bisognerebbe definire per i produttori di auto un target di utilizzo di acciaio verde nella fabbricazione di nuove vetture. A livello globale, il settore auto è responsabile del 7% delle emissioni di CO2. Nel dettaglio, circa il 75% dell’acciaio prodotto nel mondo viene realizzato in altiforni alimentati a carbone: nell’Ue questa percentuale si ferma al 57%.
Nel 2022, la produzione di acciaio in Europa ha raggiunto i 136 Mt: il 56,3% seguendo il percorso tradizionale Blast Furnace – Basic Oxygen furnace (Bf-Bof), mentre il 43,3% con l’impiego di forni elettrici ad arco e rottami. Secondo le stime indicate nello studio, il continente potrebbe arrivare a produrre fino a 172 Mt di acciaio a basse emissioni all’anno entro il 2030, una quantità che supera il fabbisogno attuale del settore auto.
Dal punto di vista economico, poi, questa analisi mette in evidenza come la differenza di costo dell’acciaio per veicolo tra lo scenario più roseo e quello convenzionale raggiungerà il picco nel 2030 a circa 43 euro, scendendo a 29 euro nel 2035, per poi diventare negativa nel 2040 con un risparmio 9 euro che potrebbe arrivare a 53 euro nel 2050. Considerando che i maggiori costi riportati dai produttori di veicoli nei primi anni verrebbero trasferiti sui consumatori attraverso l’aumento del prezzo delle vetture, per un’auto elettrica che impiega il 40% di acciaio verde questo incremento sarebbe di 57 euro nel 2030, si ridurrebbe a 49 euro nel 2035 e calerebbe ancora a otto euro nel 2050.