Un campione, un fuoriclasse, un corridore che semplicemente ha fatto innamorare il pubblico. Julian Alaphilippe racchiude tutto questo e vederlo vincere sul traguardo di Fano al Giro d’Italia dopo una lunghissima fuga non può che rendere felici tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori che da tempo vedevano il francese in grande difficoltà (non per colpa sua).
L’ultima vittoria del “Moschettiere“, così come viene soprannominato, risaliva addirittura al Giro del Delfinato dello scorso anno, dove fu capace di anticipare Richard Carapaz e Natnael Tesfatsion in uno sprint ristretto. Ma lui ci aveva abituato a vincere molto più spesso corse di primissimo piano, così come accaduto ieri alla corsa rosa, definita da lui “una gara meravigliosa“.
Pensate che Mirco Maestri della Polti Kometa, a lungo in fuga con Alaphilippe prima di essere staccato sul muro conclusivo, ha così commentato l’azione ai microfoni dei giornalisti della Rai. “È stato il giorno più difficile e più bello della mia vita. Julian Alaphilippe, con Peter Sagan, è il corridore che stimo di più. Trascorrere una giornata davanti con lui è stato meraviglioso. Mi sento come se avessi vinto anche io. Alaphilippe mi incoraggiava quando ero in difficoltà, perché io ero già fuori da prima quando è rientrato ed è stato molto bello. Essere incitato da uno dei propri idoli è qualcosa di magnifico. Non è una vittoria, non è neanche un podio ma penso di aver fatto una buona prestazione oggi“.
Presto è arrivata la risposta dello stesso corridore francese della Soudal Quick Step che si prende così la sua rivincita sul suo team manager Patrick Lefevere che lo aveva aspramente criticato nei mesi scorsi, attirandosi le furie dei suoi tifosi. “Non l’avevo pianificato! Speravo in un gruppo numeroso e di essere in fuga. Devo innanzitutto ringraziare la mia squadra che ha controllato i primi chilometri. Ho detto a Maestri ‘andiamo’, anche oggi meritava di vincere, abbiamo lavorato bene insieme“.
E ancora sul suo successo. “”Ci credevo [nella vittoria], ma fino all’ultimo chilometro ho dovuto continuare a spingere a tutto gas perché ho sentito che Narváez era vicino a me. Vincere una tappa al Giro era il mio sogno e ci sono riuscito, sono davvero felice. Penso a mia moglie e a mio figlio, mi sostengono da sempre”. A proposito della moglie, accusata da Lefevere di condurre Alaphilippe sulla strada delle feste e dell’alcool. Una piccola rivincita da parte del francese.