Alzheimer ora lo scopri in fase iniziale: ufficiale, questo esame del sangue ti dice tutto I Puoi combatterlo in anticipo
Combattere questa malattia oggi è più facile. Ora puoi scoprirla nelle sue fasi iniziali: ecco in che modo e con quali analisi.
È tra le malattie più insidiose e malvagie con cui migliaia di persone si trovano a combattere. Si tratta di una patologia che non provoca solo disagi in chi ne soffre, con amnesie e difficoltà nel ricordare eventi, luoghi e persone, ma anche nei loro cari.
Non è facile infatti avere a che fare con genitori anziani che perdono la memoria e che spesso arrivano a non riconoscere neanche i propri figli. Per chi ne soffre, significa perdere l’indipendenza e avere la necessità di essere costantemente seguiti, soprattutto per non avere problemi.
I sintomi precoci dell’Alzheimer si possono manifestare anche parecchi anni prima che la malattia esploda. Per questo motivo è fondamentale riconoscere, in modo da riuscire almeno a posticipare il più possibile che l’Alzheimer faccia i suoi effetti.
Ora riconoscere l’Alzheimer sarà ancora più facile. Sarà tutto merito di un nuovo esame del sangue, che potrebbe essere utile per diagnosticare la malattia in fase iniziale. La scienza ancora una volta salva la vita dei cittadini: ecco in che modo.
Con le analisi del sangue, scopri l’Alzheimer nelle fasi iniziali
Le analisi del sangue sono infatti in grado di identificare un calo dei livelli di due molecole del sangue. Stiamo parlando dell’acetil-L-Carnitina e della carnitina libera. La scoperta arriva dagli Stati Uniti e dal Brasile, dove i ricercatori hanno scoperto un modo semplice e non invasivo per monitorare la progressione di questa malattia.
Queste due molecole, infatti, sono importanti per il funzionamento del cervello e per la regolazione del metabolismo energetico. Se i livelli di esse diminuiscono in modo graduale, è probabile che la malattia stia facendo il suo corso, soprattutto nelle donne (che come sappiamo sono più vulnerabili all’Alzheimer).
Una scoperta che salverà la vita di milioni di persone
Secondo gli esperti, dunque, monitorare questi livelli nel sangue potrebbe aiutare anche a valutare l’efficacia di potenziali trattamenti per rallentare o per prevenire la progressione dell’Alzheimer. Si tratta di un approccio che non solo migliorerà la diagnosi precoce, ma aiuterà anche a comprendere meglio la differenza della malattia tra uomini e donne.
Sarà dunque un passo in avanti significativo per la vita di milioni di persone. La ricerca ancora una volta si dimostra essenziale per il benessere di tutti noi, soprattutto degli individui più anziani.