Arabia Saudita pronta a “comprare” il ciclismo: 250 milioni per la rivoluzione
L’Arabia Saudita, attraverso il Fondo governativo Pif, vuole entrare nel ciclismo. È pronto un investimento di 250 milioni di euro per rivoluzionare il mondo delle due ruote
Si è parlato tanto del progetto Superlega nel calcio, un nuovo campionato destinato a raccogliere le migliori squadre europee e non solo dove il giro di incassi televisivi e di sponsorizzazione supererebbe qualsiasi record mai raggiunto prima. Il ciclismo potrebbe subire la stessa sorte, non a livello continentale, ma globale sotto l’egida dell’Arabia Saudita.
Scendiamo più nei dettagli. Si è concluso sabato l’AlUla Tour, corsa a tappe saudita che ha visto la vittoria del britannico Simon Yates, ma l’impegno del Regno nel mondo delle due ruote non si fermerebbe qui. Il colosso statale, il Fondo Pif, è pronto ad investire 250 milioni di euro già nei prossimi mesi per creare un’organizzazione alternativa all’UCI, l’Unione Ciclistica Internazionale, ovvero l’organo che governa il ciclismo.
Una notizia che potrebbe sconvolgere il mondo dei pedali. L’ingresso di una nuova Federazione andrebbe a distruggere gli interessi dell’UCI con conseguenze sia positive sia negative. Attenzione, non si tratta di una semplice indiscrezione. L’agenzia di stampa Reuters ha infatti parlato di una società denominata SRJ Sports, favorevole alla nascita della lega ciclistica.
Ciclismo e Arabia Saudita: la questione dei diritti televisivi
La società SRJ Sports, come spiega Reuters, è nata solamente in agosto e ha come unico obiettivo quello di entrare a gamba tesa nello sport. Pronta la risposta delle squadre World Tour, con diverse formazioni favorevoli a questo nuovo ingresso. Come mai? Da tempo i team sono in collisione con l’UCI per quanto riguarda gli introiti dei diritti televisivi, attualmente nelle mani degli organizzatori delle corse.
Le squadre chiedono di ricevere una parte di quegli introiti, incrementando il proprio budget per metterlo a disposizione di corridori, staff e materiali. Attualmente i team guadagnano esclusivamente dalla “generosità” degli sponsor.
Il progetto Vision 2030
Chiaramente non si tratta di una novità nel mondo del ciclismo. L’Arabia Saudita è già presente nel mondo delle due ruote attraverso sponsorizzazioni più o meno velate. Pensiamo per esempio al Saudi Tour, ora AlUla Tour, ma anche alla squadra australiana Jayco-AlUla. Sembra che tutto questo movimento sia un lavoro in vista di “Vision 2030“, un progetto del governo saudita per costruire nuove industri e mettere a disposizione nuovi posti di lavoro attraverso lo sport.
L’investimento del Fondo Pif si unirebbe a quello di investitori stranieri pronti a sponsorizzare anche le migliori squadre ciclistiche del mondo. Non a caso la Visma-Lease a Bike, formazione di corridori come Vingegaard e Van Aert, ha parlato in questo modo del progetto. “È un’idea in fase di analisi, così come le sono molto altre per elaborare un modello di business sostenibile per il nostro sport“.