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Bologna: il successo della “Città 30” incoraggia altre amministrazioni

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Bologna - Foto Shutterstock | di RauL C7

A sei mesi dall’implementazione del limite di velocità di 30 km/h in città, Bologna presenta i primi dati ufficiali, accolti positivamente dalla FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. Il progetto, che fa di Bologna la prima grande città italiana a seguire l’esempio di numerose metropoli europee come Parigi, e altre città italiane di diverse orientazioni politiche, ha prodotto risultati incoraggianti sotto vari aspetti.

I dati evidenziano un significativo calo degli incidenti, soprattutto di quelli gravi e mortali,” ha dichiarato Alessandro Tursi, presidente di FIAB. “Inoltre, è stato sfatato il pregiudizio sull’aumento dell’inquinamento, una credenza infondata amplificata da fake news basate su una ricerca distorta su Milano.” I dati raccolti a Bologna mostrano un calo del 23% degli inquinanti da ossidi di azoto (Nox), un risultato attribuibile all’aumento della mobilità sostenibile e a una guida più fluida e regolare.

Tursi ha sottolineato come i risultati di Bologna confermino una verità riconosciuta a livello globale, ma ancora osteggiata in Italia da alcuni settori, incluso l’attuale Ministero dei Trasporti. “Città 30 non significa applicare il limite di 30 km/h su tutte le strade comunali, ma invertire il rapporto tra regola ed eccezione: il 30 diventa la norma, mentre le strade a 50 km/h o più restano eccezioni, limitate ai grandi assi di scorrimento.”

Secondo FIAB, l’istituzione delle “Città 30” non si limita all’installazione di segnaletica e ordinanze. È fondamentale mettere in sicurezza le strade e i punti pericolosi, istituire strade scolastiche, effettuare controlli mirati e promuovere costanti campagne di educazione e comunicazione.

Tursi ha lanciato un appello ai Sindaci affinché perseguano la salute e la sicurezza dei cittadini senza timori. “I cittadini dimostrano di comprendere e apprezzare queste misure. Un esempio chiaro è sempre Bologna, dove i contrari alla misura non sono nemmeno riusciti a raccogliere le firme necessarie per un referendum contro la Città 30.”

L’esperienza di Bologna, quindi, rappresenta un incoraggiamento per tutte le amministrazioni locali che hanno a cuore la sicurezza e la sostenibilità del proprio territorio, promuovendo un modello di mobilità sostenibile che potrebbe diventare un punto di riferimento per altre città italiane ed europee.

Parliamo chiaramente solo di primi passi che alcune città come Bologna stanno cercando di portare avanti. L’augurio è che sempre più comuni riescano ad intraprendere questa strada, incrementando gli investimenti e rendendo sempre più sicure le strade ai ciclisti. Quello della sicurezza è un tema a cuore della mobilità sostenibile perché l’obiettivo sarà quello di avere zero morti in strada dovuti ad incidenti tra biciclette e auto, moto e molto altro.