Ciclismo e doping, quante volte abbiamo sentito questa correlazione. Purtroppo sarà una costante anche in futuro, ma negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi in avanti in questo senso, tanto che nel circuito World Tour i casi possono contarsi sulle dita di una mano. Nelle categorie minori, specie nel mondo Continental e amatoriale, troppo spesso però sentiamo di positività a sostanze varie, a causa dei controlli minori che sono presenti.
L’ultimo caso comunicato dall’Unione Ciclistica Internazionale vede la sospensione nei confronti dell’irlandese Jesse Ewart di 29 anni, tesserato dal 2023 con la squadra Continental della Malesia, Terengganu Polygon. Ewart ha violato le normative anti-doping e per questo motivo è stato sospeso, in attesa del verdetto definitivo.
Ma perché è arrivata la sospensione? In un’analisi datata 26 gennaio 2024, il corridore irlandese sarebbe risultato positivo all’EPO, l’Eritropoietina, sostanza che veniva utilizzata soprattutto dalla fine degli anni ’80 alla metà degli anni 2000. Il giorno in cui è stato trovato positivo, Ewart aveva vinto la prima tappa del Tour of Sharjah 2024, corsa di livello 2.2. Ma da quel momento erano stati tanti i buoni piazzamenti ottenuti, soprattutto nel circuito UCI Asia, come una vittoria di tappa la Giro di Thailandia ad aprile.
La sospensione da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale è stata anche per un’intera squadra, ovvero il Team Banco Guayaquil-Bianchi. La formazione è registrata con licenza ecuadoriana e si tratta di una sospensione temporanea che inizierà il 4 giugno e si concluderà venti giorni dopo. Il motivo della sospensione è un avviso di “riscontro avverso nelle analisi” per due corridori in rosa nell’arco di 12 mesi.
I corridori in questione sono gli ecuadoriani Jorge Montenegro Revelo e Nixon Efrain Rosero Rojas. Sul primo un esame condotto dalla locale Agenzia nazionale antidoping risalente al 2 settembre 2023 ha rilevato tracce di EPO nel sangue. Sul secondo un controllo condotto durante la Vuelta Guatemala 2023 il 21 novembre, ha rilevato la presenza di Clostebol nel campione esaminato. “Dato che il processo di gestione delle analisi è ancora in corso, da parte delle singole Autorità nazionali, non emetteremo più alcun commento su questa vicenda”, le parole contenute in comunicato dell’UCI.
La speranza è sempre quella di non sentire più notizie simili, che riportano ai tempi bui del ciclismo dove di vero c’era veramente poco. Se i casi restano comunque circoscritti a determinate realtà molto lontane dai livelli più alti, resta la speranza che le agenzie antidoping siano finalmente riuscite a debellare una brutta pratica.