Da quando le bici elettriche hanno fatto la loro comparsa sul mercato di acqua sotto i ponti ne è passata. Gli ultimi anni, infatti, hanno portato le case produttrici a sviluppare la tecnologia a zero emissioni rendendo le ebike sempre più performanti sia dal punto di vista delle prestazioni che dell’autonomia.
Il prototipo che è stato sviluppato in Giappone, però, potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione. Nel paese del Sol Levante Taiyo Yuden ha sviluppato un modello che promette di rivoluzionare il mondo della pedalata assistita. Il produttore giapponese, specializzato in componenti elettronici, sta infatti lavorando su una bici elettrica in grado di offrire un’autonomia potenziale fino a 1.000 km con una sola carica.
Per ora è solo un prototipo, ma che potrebbe presto divenire realtà. Taiyo Yuden, infatti, ha lavorato sulla Feremo – sigla che rappresenta l’acronimo di Future Energy REcycling system for MObility – portando ai massimi livelli possibili la tecnologia del recupero di energia in frenata. Nel caso specifico questo prototipo utilizza un motore elettrico espressamente realizzato dalla giapponese Nidec e montato nel mozzo della ruota anteriore. Nidec afferma che il suo motore sviluppa il 30% in più di potenza rigenerativa rispetto ad altri motori, offrendo un’efficienza di recupero dell’energia leader del settore.
Proprio nel recupero dell’energia prodotta sta la grande novità rivoluzionaria che permette al modello in questione di avere un’autonomia praticamente illimitata. L’ebike Feremo, quindi, potrebbe arrivare, secondo l’azienda, a un’autonomia di 1.000 km che sarebbe possibile quando la bici elettrica viene impostata in modalità Eco – quella che fa risparmiare al massimo l’energia – ossia quando il motore partecipa al massimo per il 50% della spinta.
In questo modo l’assistenza limitata alla pedalata e la massima efficienza del sistema di recupero dell’energia sarebbe in grado di alzare l’autonomia fino alla soglia dei 1.000 km di autonomia, un ato impensabile fino a qualche anno fa anche per le automobili, figurarsi per una bicicletta. Quando il mezzo funziona in modalità di assistenza media, l’autonomia potenziale è di 200 km, mentre in modalità di assistenza elevata l’autonomia scende a 100 km diventando una classica bici elettrica.
Se il prototipo divenisse realtà, però, potrebbe essere una grande svolta per il mondo a due ruote. Non solo per la ricarica, che diventerebbe così una tantum vista l’immensa a autonomia a disposizione, ma anche dal punto di vista del contributo all’azzeramento delle emissioni nette di carbonio aiutando così anch a prolungare l’aspettativa di vita dei ciclisti, soprattutto per le persone anziane, consentendo loro di fare più esercizio fisico.