L’attesta sta finalmente per finire. E’ tutto pronto per l’inizio dell’edizione numero 107 del Giro d’Italia, che prenderà il via sabato 4 maggio con la prima tappa da Venaria Reale a Torino di 140 km. Come al solito saranno presenti tanti corridori di casa, che proveranno a mettersi in mostra e a conquistare almeno una vittoria di tappa, che permetterebbe loro di entrare a far parte della storia della Corsa Rosa.
I principali favoriti alla vittoria finale sono sicuramente lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates), sul quale c’è una grandissima attesa, il francese Romain Bardet (dsm-firmenich PostNL), l’australiano Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale), il britannico Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), l’olandese Cian Uijtdebroeks (Visma Lease a Bike) e infine l’italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious).
La prima edizione del Giro d’Italia fu disputata nel 1909, quando a conquistare la vittoria fu Luigi Ganna. Questo successo fu il primo di una lunghissima serie per i colori italiani che, negli anni successivi, videro le affermazioni di Carlo Galetti, Carlo Oriani e Alfonso Calzolari fino al quadriennio della Prima Guerra Mondiale, in cui la Corsa Rosa non fu disputata. Nell’edizione del 1912 la particolarità riguardò l’assegnazione del titolo a squadre, con la vittoria dell’italiana Atala davanti alla francese Peugeot.
Nel 1919 Costante Girardengo diede proseguì la striscia di trionfi tricolori, portata avanti anche da atleti del calibro di Gaetano Belloni, Giovanni Brunero, Giuseppe Enrici ed Alfredo Binda, vincitore di ben cinque edizioni.
Tra il 1936 e il 1937 arrivarono le prime affermazioni di Gino Bartali, che qualche anno più tardi diede vita all’epico duello con Fausto Coppi, il quale centrò il suo primo successo nel 1940, subito prima dell’interruzione per la Seconda Guerra Mondiale dal 1941 al 1945.
Archiviata la triste parentesi bellica e il successivo duello Coppi-Bartali, nel 1950 ci fu la prima vittoria di un atleta non italiano nella classifica generale del Giro d’Italia: lo svizzero Hugo Koblet si impose davanti a Bartali ed Alfredo Martini. Il Paese elvetico, dunque, iniziò a prendere confidenza con la Corsa Rosa, tanto da firmare una storica doppietta quattro anni dopo, nel 1954, con Carlo Clerici e Hugo Koblet.
Negli anni ’60 avvennero diversi avvicendamenti tra corridori di varie nazionalità, tra i quali Franco Balmamion, Jacques Anquetil, Vittorio Adorni e Felice Gimondi. Nel 1968 il leggendario Eddy Merckx aprì ufficialmente il suo conto con il Giro, che poi si chiuse nel 1974 con la sua quinta ed ultima affermazione.
Tra fine anni ’70 e inizio anni ’80 salì in cattedra Giuseppe Saronni, che in alcune edizioni fu costretto ad abdicare in favore di Bernard Hinault, Francesco Moser e Giovanni Battaglin. Per quanto riguarda il 1990, dopo la doppietta dello spagnolo Miguel Indurain nel 1992 e nel 1993 e i successi di Eugeni Berzin, Tony Rominger, Pavel Tonkov, si aprì un nuovo momento d’oro per l’Italia.
Dal 1997 al 2007 i colori azzurri vennero portati in alto per ben undici anni consecutivi grazie alle vittorie ottenute da Ivan Gotti (2), Stefano Garzelli, Marco Pantani, Gilberto Simoni (2), Paolo Savoldelli (2), Damiano Cunego, Ivan Basso e Danilo Di Luca. Anche nel 2010 e nel 2011 l’Italia fece festa con i rispettivi successi di Ivan Basso e Michele Scarponi, al quale fu assegnata la vittoria in seguito alla squalifica per doping di Alberto Contador.
L’ultimo atleta italiano a vincere il Giro d’Italia fu Vincenzo Nibali, che portò a casa due affermazioni nel 2013 e nel 2016. Da quel momento la corsa del nostro Paese ha sempre parlato una lingua diversa dall’italiano visti i trionfi dell’olandese Tom Dumoulin, dei britannici Chris Froome e Tao Geoghegan Hart, dell’ecuadoriano Richard Carapaz, del colombiano Egan Bernal, dell’australiano Jai Hindley e dello sloveno Primo Roglic lo scorso anno.