Si riaccende il clima in casa Visma-Lease a Bike, facendo riemergere alcune lotte interne già viste all’ultima Vuelta di Spagna, quando la squadra olandese fu capace di coprire tutte e tre le posizioni del podio della classifica generale. A settembre lo statunitense Sepp Kuss vinse la maglia rossa, con Jonas Vingegaard e Primoz Roglic, rispettivamente al secondo e terzo posto.
Se lo sloveno Roglic ha deciso di cambiare squadra per passare alla Bora-hansgrohe e correre da capitano unico, diversamente è andata per gli altri due. Kuss e Vingegaard, infatti, condivideranno la leadership al prossimo Tour de France, anche se il danese parte con il numero uno sul dorsale, essendo vincitore in carica delle ultime due edizioni della corsa.
La Vuelta di Spagna ci ha consegnato un Kuss diverso, più consapevole dei propri mezzi e finalmente volenteroso di liberarsi dalle catene che troppe volte gli hanno impedito di vincere le corse. I malumori di Vingegaard alla Vuelta, bloccato letteralmente dall’ammiraglia per non attaccare il suo compagno di squadra, potrebbero essere motivo di discordia anche al Tour de France.
Lo statunitense Kuss tornerà sicuramente alla Vuelta per difendere la maglia vinta lo scorso anno, ma sarà anche al Tour al fianco di Pogacar. Gregario di lusso o co-leader? Si tende per la seconda opzione e la Visma-Lease a Bike non è affatto contraria all’ipotesi.
Proprio il ventinovenne di Durango ha avuto modo di parlare a Wielerflits di questo suo nuovo possibile ruolo, rimarcando quanto detto nelle righe precedenti. Kuss reclama, infatti, il suo spazio.
“Voglio avere le mie possibilità – ha detto – chiaramente dipende da quanto vado forte e se sarò in grado di reggere il ritmo dei principali uomini di classifica. Ma prendiamo un attimo il discorso tattico. Dal punto di vista strategico non fa certo male iniziare la corsa con due leader. In più, sono sicuro che insieme io e Jonas Vingegaard possiamo lavorare bene. In salita andiamo forte entrambi, quindi è positivo avere due uomini nelle zone alte della generale“.
Il Tour de France è sicuramente più impegnativo della Vuelta di Spagna, anche solamente prendendo in considerazione gli avversari. Tuttavia, il classe 1994 non nasconde i propri sogni di gloria.
“Ammetto che la vittoria della Vuelta mi ha dato grande fiducia e consapevolezza. Se mi chiedete se posso vincere il Tour, io vi rispondo di sì. Perché no? Devo puntare a questo, anche se è la corsa più difficile da vincere. Nelle gare ci sono tante variabili, devi essere il più forte e avere fortuna”.