Moto a idrogeno, anche il MIT di Boston a lavoro per svilupparne una
L’Electric Vehicle Team del Massachussetts Institute of Technology sta lavorando per realizzare un prototipo di moto a zero emissioni spinta dall’idrogeno
Dopo le auto a idrogeno, ecco che presto sul mercato potrebbero sbarcare anche le moto a idrogeno. Sono diversi i progetti nati proprio per dare vita e far sviluppare sempre di più questo tipo di mezzo a due ruote. Tanto che, ad esempio, le grandi case motoristiche giapponesi hanno creato il gruppo HySE (Hydrogen Small Mobility & Engine Technology) per sviluppare la tecnologia dell’idrogeno nel campo delle due ruote.
Gruppo che ha già portato Kawasaki a realizzare un prototipo a idrogeno basato sulla supertourer Ninja H2 SX e Suzuki ha presentato uno scooter concept alimentato a idrogeno al Japan Mobility Show 2023.
Il futuro delle moto è a idrogeno?
Ma non ci sono di certo solo le case giapponesi a lavoro. In Europa, infatti, è partito il progetto Hydrocyle il cui obiettivo è quello di creare una moto a idrogeno che servirà da dimostratore di fattibilità, ottenendo inoltre gli standard di omologazione secondo le norme del Vecchio Continente per poter circolare in strada.
Anche negli Stati Uniti c’è chi sta lavorando sul progetto di una moto a idrogeno, però. Si tratta dell’Electric Vehicle Team del Massachussetts Institute of Technology (MIT), uno dei più importanti centri di ricerca e università del mondo, che ha sviluppato una motocicletta sperimentale alimentata ad idrogeno, con l’obiettivo di sviluppare questa tecnologia per veicoli di vario genere.
Nel mezzo creato dal MIT, però, c’è una differenza sostanziale rispetto ai prototipi giapponesi. Mentre i costruttori del Sol Levante utilizzano l’idrogeno come combustibile “puro”, la moto del MIT sviluppa la tecnica delle celle a combustibile. Cioè impiega l’idrogeno per alimentare un motore elettrico che produce la potenza destinata alla ruota motrice, come potrebbe avvenire utilizzando una normale batteria.
Una differenza molto importante perché, con la tecnica utilizzata dal MIT, si ottiene una maggiore autonomia. Nodo da sempre cruciale per i veicoli ad alimentazione alternativa. Inoltre si riduce anche il tempo di ricarica mentre si eliminano le emissioni che si generano invece nel processo di estrazione mineraria del litio, usato negli elettrodi di una batteria ricaricabile.
Il prototipo sviluppato dal MIT Electric Vehicle Team, un dipartimento che ha alle spalle una lunga storia di competizioni in questa categoria, si sviluppa su di un telaio di una motocicletta del 1999. Al quale molte parti personalizzate sono aggiunte per supportare il motore elettrico, il serbatoio dell’idrogeno, la cella a combustibile e la trasmissione. La moto, inoltre, è stata progettata come una piattaforma open-source per consentire di scambiare e testare una varietà di componenti diversi. L’obiettivo è di far provare ad altri le proprie versioni basate sui progetti che il team sta rendendo liberamente disponibili online.