Parigi Roubaix, identificata la donna che ha lanciato il cappello
La donna che ha lanciato il cappellino contro le ruote di Van der Poel alla Parigi Roubaix è stata identificata. Ecco cosa rischia
Abbiamo già parlato della donna che ha cercato di sabotare Mathieu Van der Poel alla Parigi Roubaix. La spettatrice, sperando di farla franca, si era gettata tra il pubblico e ha lanciato un berretto sulle ruote del campione del mondo. Fortunatamente il cappello non si è infilato tra i raggi e l’olandese non è caduto, altrimenti le conseguenze potevano essere decisamente più gravi.
Van der Poel ha proseguito la sua marcia e ha vinto con tre minuti di vantaggio l’Inferno del Nord. Dopo l’arrivo però è partita la “caccia” alla donna che si è resa protagonista di questo folle gesto. La polizia francese si è messa subito sulle tracce della tifosa, identificandola grazie all’aiuto delle immagini della televisione che hanno ripreso il lancio del berretto.
In realtà, a quanto sembra dalla prima ricostruzione, è stata proprio la donna costituirsi, chiedendo però che il suo nome non venga resa pubblico. La donna pare essere una sostenitrice di Van der Poel nonché ospite VIP in una delle tende vicino al settore di pavé. Questo quanto ricostruito da Het Nieuwsblad, uno dei principali media in Belgio.
Parigi Roubaix, le conseguenze per la donna
Ci si chiede ora quali possono essere le conseguenze per la donna che ha provato a sabotare la Parigi Roubaix di Van der Poel. In passato, comportamenti simili, hanno portato a delle multe di circa 1.200 euro, ma c’è da capire se il sindacato dei corridori professionisti non voglia agire anche per vie legali. Quel gesto, infatti, avrebbe potuto causare diversi danni all’olandese, ma anche al pubblico presente a bordo strada.
Sicuramente il fatto che la donna si sia costituita la aiuterà nel caso specifico. C’è da capire, però, cosa l’ha spinta a comportarsi così in quella situazione, i motivi e soprattutto se si rendeva conto delle possibili conseguenze del suo folle gesto.
Gli organizzatori hanno così commentato l’individuazione della responsabile. “Quando abbiamo visto le immagini, non pensavamo che appartenesse alla ristretta cerchia di persone ammesse. Non aveva al collo un cartellino di riconoscimento per avere accesso alla nostra tenda. Ma abbiamo chiesto a tutti se conoscevano la signora in questione“.
E ancora. “Non possiamo credere che l’abbia fatto apposta a tirare il cappellino. A tutti è giusto concedere il beneficio del dubbio e ora spetta a lei chiarire il suo comportamento“. Queste le parole dopo la segnalazione arrivata da una società esterna.
Queste invece le parole del sindacato internazionale dei ciclisti (Cpa). “Faremo il possibile per sapere chi è quella persona ma per i procedimenti legali dipendiamo dalle federazioni nazionali perché abbiamo sede in Svizzera“.