Le moto elettriche sono ormai una realtà più che affermata nel panorama mondiale. Tra le migliori in circolazione ci sono modelli delle più grandi case a due ruote che hanno deciso di buttarsi nella mischia per cavalcare un segmento in grande ascesa.
Esistono, però, anche delle rarità, esemplari che traggono ispirazione da altri mondi per diventare realtà e fare contenti una nicchia di appassionati. E’ questo il caso di Rapid K-1988, due ruote della società thailandese Smartech Motor, che altro non è che la riproduzione della mitica moto Kaneda della serie di cartoni animati e manga giapponesi Akira.
Un esemplare che, anche dal nome, lascia intendere la chiara ispirazione che c’è alla base della sua nascita. K, infatti, è l’iniziale della mitica Kaneda utilizzata dal personaggio principale del fumetto giapponese mentre il 1988 è proprio l’anno nel quale uscì il film d’animazione diretto da Katsuhiro Otomo.
Ed è così che nasce la Rapid K-1988, un modello di produzione che è stato presentato al Bangkok International Motor Show e che sarà realizzato per quel mercato. La moto, in realtà, non è altro che un maxi scooter elettrico di grandi dimensioni, ma con un sedile particolarmente basso, una posizione di guida avanzata e uno stile retro-futuristico. Particolare è, ovviamente, l’anteriore, molto allungato rispetto al resto della moto che conferisce una posizione di guida molto particolare.
Andando a vedere nello specifico, l’azienda tailandese sottolinea come il propulsore elettrico sia formato da motore da 15 kW. Il quale consente di raggiungere una velocità massima di 140 km/h, con un’autonomia dichiarata di circa 200 chilometri. Con la presa di ricarica di tipo 2, uno standard in grado di produrre fino a 22 kW, inoltre per effettuare una ricarica completa dovrebbero servire circa due ore.
Dal punto di vista della sicurezza, poi, non manca il sistema ABS così come il controllo della trazione. Ulteriori elementi che lasciano presagire come la moto non sia solo un vezzo artistico creato per l’esposizione, ma un modello prossimo alla produzione.
Tra i vari componenti della moto si trova poi anche un forcellone monobraccio posteriore supportato da un sistema di sospensioni monoammortizzatore convenzionale. Forcellone monobraccio, poi, anche all’anteriore. Sempre davanti, poi, ecco due schermi TFT (Thin Film Transistor) a matrice attiva, in cui ogni pixel è comandato in modo totalmente indipendente da un transistor dedicato. Praticamente nullo, invece, lo spazio per il secondo passeggero, così come per eventuali bagagli o borse.