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Riforma Irpef, altro che riduzione delle tasse | A gennaio sarà una mazzata: ecco chi ci rimette

Riforma Irpef - fonte Pexels - suipedali.it

Riforma Irpef - fonte Pexels - suipedali.it

Preparati a pagare sempre di più. Il governo Meloni ha preparato una brutta sorpresa per l’inizio del 2025.

Gli italiani stanno per conoscere un aumento delle tasse che ha ben pochi precedenti. La situazione è destinata a far scoppiare una dura polemica, dato che si tratta di uno dei rincari più pesanti che i cittadini si siano mai trovati a dover affrontare.

La questione delle tasse è tra quelle che maggiormente accende le discussioni nella politica e non solo. Con la prossima riforma dell’Irpef prevista dal governo di Giorgia Meloni per il 2025 saranno tante le novità introdotte.

L’obiettivo della riforma è quello di semplificare il sistema fiscale e sostenere in questo modo i redditi medio – bassi. Tuttavia, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), alcuni contribuenti rischiano di pagare più tasse rispetto al passato.

Questo è il risultato di un sistema che, pur avendo formalmente tre aliquote, in pratica alla fine ne produce ben sette. Il calcolo delle imposte viene dunque irrimediabilmente complicato.

Irpef, la novità della riforma

La riforma dell’Irpef prevede tre aliquote nominali. Per i redditi fino a 28.000 euro, l’aliquota arriva al 23%. Per quelli invece compresi tra 28.000 e 50.000, l’aliquota è invece pari al 35%. Per i redditi che superano i 50.000 euro, invece, l’aliquota sarà del 43%. Questa struttura dovrebbe sostituire l’attuale sistema a quattro aliquote, semplificando il regime fiscale.

Tuttavia, il sistema reale alla fine risulta più complesso. Questo a causa delle detrazioni e degli interventi sul cuneo fiscale, creando aliquote effettive che si discostano da quelle nominali. Viene infatti introdotto anche un nuovo meccanismo di taglio del cuneo fiscale.

La presidente del consiglio Giorgia Meloni - fonte Ansa Foto - suipedali.it
La presidente del consiglio Giorgia Meloni – fonte Ansa Foto – suipedali.it

Perché per qualcuno aumenta la pressione fiscale

Il problema principale è che la riduzione delle quote nominali non si traduce in un beneficio per tutti. L’introduzione delle detrazioni decrescenti e la sovrapposizione con nuovi scaglioni creano un sistema fiscale meno lineare e meno trasparente. Per i redditi compresi tra i 32.000 e i 40.000 euro, la diminuzione delle detrazioni si traduce in un prelievo fiscale maggiore rispetto al 2023, con aliquote effettive più alte di quelle dichiarate.

Questo fenomeno è aggravato dalla mancanza di un equilibrio generale nella progettazione del sistema. Nonostante l’intenzione di semplificare e rendere il sistema più progressivo, la riforma alla fine potrebbe finire per penalizzare i lavoratori con un reddito medio – alto. La complessità delle aliquote rischia dunque di creare ulteriori iniquità e confusione.