Tour de France 2024, Pogacar si conferma al top. Vingegaard e Roglic inseguono
La prima settimana del Tour de France 2024 è giunta al termine e i corridori ora possono beneficiare di un giorno di riposo per recuperare dalle grandi fatiche svolte nelle prime intense nove tappe. E’ presto per fare dei bilanci, ma è inevitabile commentare quanto visto nel corso di una prima settimana che ha regalato grande spettacolo e un solida certezza: Tadej Pogacar. Lo sloveno, infatti, si è confermato ad altissimi livelli andando a conquistare una vittoria di tappa e la maglia gialla di leader della classifica generale, che detiene tuttora.
Pogacar è di un altro livello
Tadej Pogacar, che qualche mese fa ha vinto in scioltezza il Giro d’Italia, si era detto molto ambizioso in vista del Tour de France, con l’obiettivo di centrare una clamorosa doppietta che potrebbe consegnarlo alla leggenda a soli 25 anni. Dopo la prima settimana della Grand Boucle questo obiettivo sembra sempre più vicino e, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe riuscire a portarlo a termine vista la superiorità dimostrata anche per le strade francesi rispetto ai suoi avversari.
Il corridore sloveno della UAE Emirates, infatti, nonostante abbia perso qualcosa nella prova a cronometro di venerdì, ha brillato praticamente in ogni occasione, dimostrando grande confidenza anche con gli sterrati di Troyes. Nella nona frazione, infatti, Pogacar stava per incamerare ulteriore vantaggio nei confronti dei suoi rivali, salvo poi rialzarsi dall’attacco e favorire il loro rientro a pochi chilometri dalla fine. La sensazione, dunque, è che il vincitore delle edizioni 2020 e 2021 possa fare quello che vuole anche in questa edizione del Tour de France.
Vingegaard e Roglic inseguono
Jonas Vingegaard era atteso alla prova del nove dopo il bruttissimo infortunio che lo coinvolse ad inizio stagione al Giro dei Paesi Baschi. Il ciclista danese della Visma Lease a Bike ha risposto ottimamente, ritrovandosi al terzo posto della classifica generale al termine della prima settimana, con un ritardo di 1’15” rispetto alla maglia gialla Pogacar. Sicuramente la sua condizione non è ottimale e lo dimostra il gap accusato dallo sloveno rispetto alla passata edizione, ma Vingegaard si conferma comunque un fuoriclasse viste le note difficoltà.
Difficile pensare che la sua condizione fisica possa migliorare con il passare dei giorni e quindi appare complicato che possa sfilare la vittoria finale a Pogacar, ma le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo. Primoz Roglic, anche lui reduce dalle ferite del Giro dei Paesi Baschi, è quarto a 1’36” e ha cercato di limitare i danni, ma il livello dei due fenomeni sopracitati sembra essere superiore rispetto a quello del corridore della Red Bull Bora Hansgrohe che, quindi, potrebbe ambire al podio ma difficilmente alla vittoria della Grand Boucle.
Cavendish, una tappa per la storia
Nota di merito per Mark Cavendish che, nonostante avesse annunciato il ritiro nella scorsa stagione, è tornato al Tour de France per cercare di superare il record di vittorie detenuto dal leggendario Eddy Merckx. Alla vigilia della Grand Boucle in pochi credevano che il britannico potesse riuscire in tale impresa e le prime frazione aveva confermato tali sensazioni, visto il rischio di finire oltre il tempo limite.
Il corridore dell’Astana Qazaqstan, però, ha superato queste difficoltà, si è rialzato per l’ennesima volta nella sua carriera e ha portato a casa il successo nella quinta tappa, toccando quota 35 vittorie al Tour de France, una in più dei Merckx. Cavendish, dunque, è entrato di diritto nella storia del ciclismo mondiale e, cosa più importante, ha insegnato come nella vita sia fondamentale non mollare neanche davanti agli ostacoli che sembrano più insormontabili.