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Tour de France 2024, Pogacar entra nella storia. Ciccone, la crono è il punto debole

Tour de France

Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar al Tour de France (foto: A.S.O.)

Anche il Tour de France 2024 è giunto al termine dopo tre settimane di grande spettacolo e traguardi storici raggiunti da più di un corridore. Impossibile non parlare del vincitore Tadej Pogacar che, con il trionfo di quest’anno, è salito a quota tre affermazione nella Grand Boucle dopo quelle del 2020 e del 2021. Lo sloveno della UAE Emirates si è dimostrato nettamente superiore a tutto il resto della concorrenza, compreso il rivale Jonas Vingegaard, non lasciano scampo ad alcuna azione che potesse provare a metterlo in difficoltà.

Pogacar come Pantani e meglio di Merckx

Tadej Pogacar quest’anno è riuscito ad eguagliare l’impresa compiuta da Marco Pantani nel 1998, conquistando prima la classifica generale del Giro d’Italia e poi quella del Tour de France. In questo modo il corridore sloveno è entrato a far parte di un ristrettissimo club di soli otto atleti che sono stati in grado di realizzare questa strepitosa doppietta: gli altri sei sono stati Fausto Coppi nel 1949 e 1952, Anquetil nel 1964, Eddy Merckx nel 1970, 1972, 1974, Bernard Hinault nel 1982 e 1985, Roche 1987 e Miguel Indurain nel 1992 e 1993.

Pogacar, inoltre, ha anche battuto il record di Merckx relativo alle vittorie di tappa ottenute in una sola stagione tra Giro d’Italia e Tour de France, che ammontava ad undici. Il ciclista della UAE Emirates, con la tripletta nelle ultime tre frazioni di questa edizione della Grand Boucle, si è portato a dodici complessive scavalcando il belga in questa speciale classifica. Dodici affermazioni equamente distribuite tra le sei del Giro e le sei del Tour.

Vingegaard ed Evenepoel, un podio alle spalle del fenomeno

Il principale avversario designato della vigilia di Tadej Pogacar era ovviamente Jonas Vingegaard che, nonostante le incognite relative alle sue condizioni fisiche dopo il brutto incidente al Giro dei Paesi Baschi, ha dimostrato di essere su un ottimi livello. Questo, però, non è stato sufficiente per impesierire lo sloveno, dimostratosi superiore al danese sin dalle battute iniziali del Tour de France. Ad ogni modo il corridore della Visma Lease a Bike ha mostrato grande intelligenza, non correndo inutili rischi e comprendendo perfettamente il momento in cui alzare bandiera bianca.

Nelle ultime due tappe di montagna, infatti, Vingegaard ha deciso di curarsi più di Remco Evenepoel in difesa del secondo posto della classifica generale, anziché tentare un vano attacco ai danni di Pogacar, che si sarebbe potuto rivelare un’arma a doppio taglio. Il belga, invece, al suo primo Tour de France da capitano ha avuto una costante crescita e ha gestito in maniera praticamente impeccabile le tre settimane di corsa, spendendo le energie necessarie al momento giusto.

Evenepoel esce dalla corsa transalpina con la vittoria di tappa nella prima delle due cronometro e con un terzo posto nella classifica generale che, alla vigilia, era tutt’altro che scontato visti i precedenti del belga al Giro d’Italia. Adesso Remco sembra pronto per diventare grande e compiere quel passo in più per avvicinarsi ai livelli di Pogacar e Vingegaard.

Ciccone, la top 10 sfuma per la cronometro

Il Tour de France di Giulio Ciccone è stato più che sufficiente e una posizione in più o in meno in classifica generale non può capovolgere il giudizio sull’operato del corridore abruzzese. Quest’ultimo prima di oggi non era mai riuscito a fare classifica in una corsa a tappe di tre settimane senza avere un crollo verticale verso la parte conclusiva, ma questa volta ha tenuto botta ed è rimasto con i migliori il più delle occasioni.

Ciccone ha chiuso la Grand Boucle all’undicesimo posto, perdendo la top-ten pronto l’ultimo giorno nella cronometro di Nizza a beneficio di Santiago Buitrago. Questo dimostra come l’atleta italiano, che l’anno scorso vinse la maglia a pois, non era affatto inferiore agli uomini che occupano dalla sesta alla decima posizione del classifica generale, ma a far pendere l’ago della bilancia a sfavore di Ciccone sono state le due prove a cronometro.

Il ciclista della Lidl-Trek, infatti, fa molta fatica nelle corse contro il tempo che, nel ciclismo attuale, sono diventate determinanti anche per la vittoria finale. Senza queste Ciccone avrebbe ottenuto comodamente una top ten, ma il problema chiaramente non è la presenza delle cronometro, bensì le capacità di Ciccone nell’affrontarle. L’abruzzese dovrà lavorare molto su questa specialità e solo così potrà riuscire ad entrare ufficialmente tra i dieci migliori di un grande giro.