Sarà uno dei primi momenti decisivi di questo Tour de France dopo la dura tappa con il Galibier nel quarto giorno di gara. Sì, perché come abbiamo imparato negli ultimi anni rischia di fare più “danni” una cronometro che una tappa di montagna perché le differenze tra specialisti e non specialisti si fanno molto più marcate che in salita, dove grazie ai rapporti moderni è possibile limitare i ritardi e salvare la gamba.
Bene, analizziamo ora il percorso di questa impegnativa cronometro alla Grande Boucle, la prima di due (l’ultima sarà a Nizza nell’ultimo giorno di corsa). Si parte da Nuits Saint Georges e al termine di 25,3 chilometri si arriverà a Gevrey Chambertin. Si tratta di una prova contro il tempo tipica perché sarà quasi completamente pianeggiante e favorirà solamente chi è capace di raggiungere altissime velocità in pianura spingendo il 62 o il 64, addirittura il 64.
Percorso dunque abbastanza piatto che vedrà dopo l’attraversamento di Villars Fontaine il primo rilevamento cronometrico a Messanges. Questo intermedio sarà importantissimo per i corridori per capire se sia il momento di accelerare oppure di rallentare per non arrivare scarichi nel finale di crono.
Altri due attraversamenti cittadini a L’Etang Vergy e Reulle Vergy, prima del secondo rilevamento cronometrico a Curley. Siamo a metà prova e qui capiremo se la tendenza dei corridori è in miglioramento o peggioramento. Da adesso in poi bisognerà spingere al massimo sui pedali fino al traguardo, quasi in apnea.
Un tratto in leggera discesa verso Chambelle Musigny ed eccoci al terzo intertempo di Morey Saint Denis. Qui non si scherza più: i ritardi accumulati a questo punto sarà molto complicato recuperarli negli ultimi 5,4 chilometri che mancano al traguardo di Gevrey Chambertin.
Il favorito numero uno per il successo odierno non può che essere il campione del mondo delle prove contro il tempo Remco Evenepoel della Soudal Quick Step. Il talento belga ha dimostrato in carriera di non reggere particolarmente bene le dure e lunghe salite, ma nelle cronometro sa come esaltarsi e fare la differenza.
Il rivale numero uno del giovane talento è il 26enne Tadej Pogacar della UAE Team Emirates che al Giro d’Italia si è preso la cronometro di Perugia e ha chiuso secondo a Desenzano del Garda, dimostrando anche lui una particolare affinità con la bici da crono.
Chi può fare bene? Sicuramente Wout Van Aert e Jonas Vingegaard della Visma Lease a Bike, Juan Ayuso e Joao Almeida della UAE Team Emirates e Stefan Kung della Groupama FDJ.