È dura, anzi durissima. Il Tour de France correrà oggi la diciannovesima tappa da Embrun a Isola 2000, sede di diversi ritiri e training camp delle varie squadre World Tour. Non a caso proprio Tadej Pogacar si è allenato qui dopo aver partecipato e vinto il Giro d’Italia. In tutto i corridori dovranno percorrere 144,6 chilometri, ma anche superare tre Gran Premi della Montagna molto impegnativi.
Ma andiamo con ordine. Dopo il via di Embrun, circa 20 chilometri faranno respirare gli uomini di classifica che molto probabilmente lasceranno andare via i fuggitivi. A questo punto si attraverseranno le cittadine di Chateauroux Les Alpes, Saint Clement Sur Durance e Guillestre, dove è posto il traguardo volante.
Proprio a Guillestre inizierà la salita del Col de Vars, lunga 18,8 chilometri con una pendenza media del 5,7% e scollinamento a 2.109 metri (si tratta di un Hors Categorie). Una lunga discesa supererà gli abitati di Saint Paul Sur Ubaye, La Condamine Chatelard e Jausiers. Svolta a destra ed ecco che si sale verso la Cima de la Bonette. Parliamo di una salita di 22,9 chilometri con pendenza media del 6,9% e scollinamento a quota 2.802 metri sul livello del mare: un altro categoria speciale, il secondo consecutivo.
Nuova discesa a capofitto sulle Alpi Marittime fino a Saint Etienne de Tinee e Isola, dove inizierà la salita conclusiva che porta appunto al traguardo di Isola 2000 a quota 2.024 metri sul livello del mare. L’ascesa finale misura 16,1 chilometri e presenta una pendenza media del 7,1%.
Favorito numero uno per la vittoria di tappa oggi è Tadej Pogacar della UAE Team Emirates che su queste salite si allena quotidianamente. Lo sloveno potrà contare sul supporto di una squadra fortissima che conta anche corridori del calibro di Juan Ayuso, Joao Almeida e Adam Yates.
Il rivale è chiaramente Jonas Vingegaard della Visma Lease a Bike che ha una squadra meno competitiva ma che può comunque vantare l’esperto Wout Van Aert e il giovane scalatore Matteo Jorgenson. Sarà da capire anche la tenuta di Remco Evenepoel sulle grandi salite. Il suo compagno di squadre della Soudal Quick Step, Mikel Landa, sarà al suo fianco il più a lungo possibile.
E poi c’è Primoz Roglic della Bora hansgrohe, non apparso al meglio nella prima parte di Tour de France, ma chiamato a lanciare un segnale importante se vuole realmente salire sul podio finale di questa edizione della Grande Boucle. Ce la farà o avremo altre sorprese?