Una corsa spettacolare, come sempre il ciclismo sulle nostre strade ci sa offrire. La stagione ciclistica italiana è iniziata oggi con il Trofeo Laigueglia, sessantunesima edizione di una delle classiche più amate da corridori e appassionati. Lenny Martinez, giovane francese in forze alla Groupama FDJ, è riuscito a fare la differenza sull’ultima salita di Colla Micheri, gestendo il vantaggio e tagliando tutto solo il traguardo finale.
Il transalpino è stato bravissimo ad evadere dal gruppetto di testa che si era formato nei chilometri precedenti. Un attacco deciso al quale solo Jan Christen è riuscito parzialmente a rispondere. Peccato, però, che lo svizzero della UAE Team Emirates ha ceduto all’avversario nella discesa molto tecnica successiva allo scollinamento.
Christen è stato poi ripreso dal resto del gruppetto, che si è andato a giocare il secondo posto in volata. Proprio come lo scorso anno, la piazza d’onore è riservata ad Andrea Vendrame della Decathlon Ag2r La Mondiale, bravo ad anticipare Juan Ayuso (UAE Team Emirates), Cristian Scaroni (Astana Qazaqstan), lo stesso Christen e Darren Rafferty (EF Education EasyPost).
Vincere il Trofeo Laigueglia non è cosa da tutti i giorni. Qui, dopo Capo Mele e Colla Micheri, hanno vinto grandissimi campioni che hanno fatto la storia del ciclismo internazionale. Merckx, Baronchelli, De Vlaeminck, Saronni, Museeuw, Bartoli e ora anche Lenny Martinez, visibilmente felice nell’intervista dopo gara.
“Sensazioni straordinarie, specie per come si è sviluppato il finale. Ho dovuto fare una cronometro per arrivare tutto solo al traguardo, ma ho avuto la spinta del pubblico a bordostrada. Non mi sono mai voltato indietro, pensavo solo a vincere“.
Lenny Martinez ha parlato anche delle sue strategie in corsa. La Groupama FDJ, insieme alla UAE Team Emirates, era infatti la squadra da battere, quella più osservata dagli avversari in gruppo. Più carte da giocare per la sua formazione, come spiega il giovane talento.
“La prima parte dell’ultima salita l’ho fatta piano perché dietro stavano rientrando Ayuso e il mio compagno di squadra Romain Gregoire. In più Christen non stava collaborando. Quando mi sono accorto che da dietro non sarebbero riusciti a rimontare, ho deciso di rompere gli indugi e fare selezione in salita. In discesa ho sfruttato tutte le mie qualità nel guidare la bicicletta per creare quel gap tra me e gli avversari”.
A proposito di qualità. Molto probabilmente è stato suo padre Miguel Martinez, leggenda della Mountain bike, ad insegnarli come guidare la bicicletta con tecnica e precisione. Una famiglia di campioni, insomma, che ci ha regalato un giovane interessante da seguire nell’immediato futuro.