Tutti in bici contro la riforma del Codice della strada, la protesta a Milano
Nel capoluogo lombardo si è tenuta una pedalata in modalità “slow ride” contro la riforma del Codice della strada proposta da Salvini
Una protesta pacifica, ferma, ma piuttosto chiara per ribadire, ancora una volta, la contrarietà alla riforma del nuovo Codice della strada proposta dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini. A Milano è andata in scena una pedalata collettiva dalla Triennale fino a corso Monforte, oltre a un presidio davanti alla Prefettura per dire “Stop al nuovo Codice della strage”.
Le proteste, però, non appartengono solo alla città di Milano: in molti paesi e comuni italiani, infatti, sono andate in scena manifestazioni analoghe, tutte accomunate dalla precisa volontà di fare sentire il proprio dissenso a una riforma che non trova consensi da parte di nessuno, tantomeno dei ciclisti che si sentono poco tutelati dalle nuove norme.
La protesta contro il nuovo Codice della strada
A Milano l’appuntamento era fissato per il 10 marzo alle ore 15.30 con la partenza, davanti alla Triennale, dei manifestanti in bici che hanno deciso di pedalare in modalità “slow ride”, ossia a bassa velocità. Un modo per dimostrare come proprio l’abbassamento della velocità renda automaticamente la carreggiata un luogo più sicuro e comunque scorrevole per tutti gli utenti che la occupano, dagli automobilisti ai motociclisti arrivando, appunto, fino a coloro che usano la bicicletta per spostarsi nell’ambiente urbano.
Una protesta, quella andata in scena a Milano ma non solo, che vuole porre l’accento sulle nuove norme che Salvini vuole cercare di imporre e che, secondo i manifestanti e le associazioni, rischiano di portare l’Italia indietro di 40 anni sul fronte della sicurezza stradale. Al centro del dibattito, infatti, c’è la mancata tutela delle categorie più fragili, come i pedoni e i ciclisti, e nel depotenziamento delle amministrazioni comunali che si trovano private di molti strumenti per contrastare i pirati della strada.
La strategia di Salvini per cercare di ridurre le vittime della strada, obiettivo nel quale l’Italia è uno dei paesi più indietro, si concentra quasi esclusivamente sul tema dell’abuso delle sostanze e sulla repressione del fenomeno. Mentre, secondo le associazioni, quella della lotta intrapresa da Salvini non è l’unica soluzione per risolvere il problema delle vittime della strada, anzi.
Nel 2022 in Italia sono morte 3.159 persone in collisioni sulle strade, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019. Mentre i feriti sono stati 223.475.
Numeri che fanno riflettere soprattutto se si prende in considerazione il fatto che il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano e l’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per i giovani sotto i 30 anni.
Secondo i dati Istat le principali cause di decesso sono l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti, ma per i promotori della manifestazione la riforma del Codice della strada va nel senso contrario attaccando aree pedonali, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che allontanano l’Italia dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030”.